Il vitigno è una varietà di uva, o meglio un termine generico per definire le varietà destinate alla produzione di vino, quelle con diversa destinazione, ad esempio le uve da tavola, non sono di norma definibili vitigni. I vitigni si distinguono per forme e colori differenti, grappoli, foglie ed acini hanno caratteristiche pressoché uniche e comunque diverse fra loro. Di base esistono varietà a bacca nera e bacca bianca, in qualche caso si definiscono anche a bacca rosa come il Moscato Rosa ed altri o a bacca grigia con riferimento al più classico Pinot Grigio. Ogni vitigno ha poi qualità organolettiche uniche che lo contraddistinguono, ad esempio il colore della polpa, contenuto medio in zuccheri, acidità e tantissime altre, qualità che trasferendosi poi nel vino prodotto lo caratterizzano a loro volta.
Per questioni legate principalmente al clima, le regioni viticole del mondo si trovano tutte in una fascia cosiddetta “temperata“, generalmente compresa fra il 30° ed il 50° parallelo sia nord che sud. Ma quali sono le condizioni ideali per la coltura della vite? Le regole generali sono piuttosto semplici, schematizzandole un pò per motivi pratici possiamo dire che la collina è certamente il terreno migliore per una viticoltura di qualità, le rese sono relativamente più basse rispetto ad altre tipologie di terreno ma le uve maturano certamente meglio grazie ad alcuni importantissimi fattori come:
- L’esposizione solare, intesa come angolo e durata media giornaliera dell’irraggiamento diretto, è il fattore probabilmente più importante per una maturazione ottimale dei vitigni, sono infatti necessarie circa 1500 ore di luce in totale perché la pianta si sviluppi al meglio, un vigneto esposto a sud gode senza dubbio di una migliore e più costante esposizione rispetto ad un uno rivolto a nord. In qualche caso l’esposizione ad est permette alle vigne di fruire dei tiepido sole della mattina, per poi diminuirne l’intensità durante le ore più calde del pomeriggio. In Piemonte i vitigni più pregiati, ad esempio il Nebbiolo, sono generalmente coltivati nelle zone meglio esposte della collina per lasciare alle uve meno blasonate le aree rimanenti.
- La ventilazione delle superfici vitate, generalmente dovuta alle correnti termiche generate dal sole ma non solo, è un’altro fattore importante che influisce positivamente sulla salute dei vigneti asciugando il terreno e le piante, prevenendo eventuali malattie dovute all’umidità, ma anche controllando le temperatura generale della coltura rinfrescando o riscaldando eventuali aree meno esposte alla luce. Secondo la disposizione dei terreni, in prossimità della costa ad esempio, le brezze marine e salmastre sono in grado di influire in modo decisivo sulla qualità complessiva dei vitigni e dunque dei vini che ne derivano.
- Il drenaggio delle acque nel terreno, favorito dalle pendenze della collina, ha anch’esso un effetto positivo sulla salute delle piante in generale impedendo ristagni di umidità e possibili conseguenti malattie. Nonostante questo l’acqua rimane comunque un fattore fondamentale per il corretto sviluppo della pianta e la maturazione delle uve, la piovosità media necessaria nell’arco dell’anno è di almeno 700 millimetri, soprattutto a ridosso di inverno e primavera.
- Le escursioni termiche fra estate e inverno, normalmente legate al clima caratteristico della regione, hanno effetti positivi sul ciclo vegetativo della pianta e sulla corretta maturazione delle uve. Variazioni legate inoltre alle differenze di temperatura fra notte e giorno o addirittura nell’arco della stessa giornata, fattori questi legati anche a particolari contesti geo-climatici o microclimi presenti in quel territorio come la disposizione del vigneto, l’altitudine, la presenza di ostacoli all’irraggiamento etc. Per una buona riuscita in vigna le temperature medie annue non dovrebbero mai essere inferiori a 10° con una media di 20° in estate e 0° in inverno.
La pianura è invece l’ideale per una coltura più intensiva, le rese per ettaro sono certamente superiori ma le uve non avranno mai lo stesso livello qualitativo che possono raggiungere in collina, per questo motivo i vitigni coltivati in pianura sono considerati generalmente meno pregiati.
Tutti questi argomenti ed altri ancora, si collocano alla base di un concetto fondamentale legato al mondo del vino, il cosiddetto “terroir“, poco considerato da molti ma imprescindibile per una comprensione più profonda del vino e del suo legame con il territorio ed il contesto produttivo.
Perché i vitigni sono legati ai territori? Certamente per motivi storici, culturali e tradizionali, ma non solo, furono i monaci cistercensi nella Borgogna del XII secolo a comprendere il legame profondo fra vitigno e territorio in termini di adattamento, resa agricola, qualitativa etc. Nei secoli queste teorie si diffondono creando delle vere e proprie specializzazioni nella coltivazione dei vitigni meglio adattabili e produttivi, nel bordolese si coltiva soprattutto il Cabernet ed il Merlot, nelle aree germaniche il Riesling, il Nebbiolo in Italia insieme a diversi altri, questo succede un pò ovunque in Europa dando origine a numerosi vitigni autoctoni e tipici ancora oggi riconosciuti. Dallo studio approfondito delle varietà di vitigni e dall’esigenza di classificarli, descriverli etc, nasce l’ampelografia, una disciplina scientifica che svolge appunto questo compito. Le varietà attualmente riconosciute nel mondo sono circa 5000 di cui oltre 350 soltanto in Italia, che è da sempre un grande contenitore di biodiversità nonché uno dei maggiori produttori di vino. I vitigni italiani fra autoctoni e tipici sono diversi, i più diffusi da nord a sud sono Nebbiolo, Sangiovese, Montepulciano, Primitivo etc. fra i rossi, Trebbiano, Moscato, Vernaccia etc. fra i bianchi. Le varietà internazionali più comuni sono Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc, Merlot, Pinot Noir, Syrah e Zinfandel fra i rossi, Chardonnay, Pinot Blanc, Sauvignon Blanc etc. fra i bianchi.
Esiste un Registro Nazionale delle Varietà di Vite, gestito dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, che cataloga tutti i vitigni presenti nell’intero territorio nazionale italiano, con scheda ampelografica, galleria di immagini e tutte le informazioni relative ad ognuno, dati di produzione, profilo genetico etc.
V.1.0.22