Nebbiolo

Il Nebbiolo è un vitigno autoctono piemontese, coltivato principalmente nei territori delle Langhe intorno ai comuni di Barolo e Barbaresco. E doveroso sottolineare il Nebbiolo è un vitigno a bacca nera fra i più nobili e pregiati dell’intero panorama internazionale, famoso nel mondo per la produzione dei vini da invecchiamento nobili e blasonati. Il nome Nebbiolo deriva probabilmente dalla parola “nebbia”, per il fatto che la sua vendemmia di svolge normalmente in Ottobre inoltrato, periodo di fitte nebbie mattutine, ma potrebbe anche essere legato all’aspetto dell’acino, “annebbiato” dall’abbondante pruina presente sulla superficie. Il vitigno è normalmente coltivato anche al di fuori delle aree tradizionali piemontesi, dove è spesso conosciuto con nomi diversi, ad esempio Chiavennasca in Valtellina, Picotener o Picotendre in Valle d’Aosta e diversi altri sinonimi. Esistono inoltre alcuni cloni conosciuti del Nebbiolo, i tre principali sono il Michet, il Lampia ed il Rosé. Il Nebbiolo è considerato un po’ il re dei vitigni italiani, per l’indiscussa qualità dei vini che è in grado di esprimere e soprattutto per la completezza e l’equilibrio delle caratteristiche che li compongono, colore, corpo, acidità, aromi persistenti e volatili, robustezza alcolica. Per queste sue peculiarità, il Nebbiolo è paragonabile probabilmente solo al Pinot Nero. La varietà è particolarmente adatta alla vinificazione in purezza di vini importanti, dotati di grande corpo, profumi sopraffini e notevole attitudine all’invecchiamento. Le denominazioni  più conosciute, legate a questa varietà di uve, sono indubbiamente Barolo DOCG e Barbaresco DOCG, Gattinara, GhemmeRoero, per la produzione di vini in purezza, ma anche Sforzato di Valtellina DOCG e Valtellina Superiore DOCG. Il vitigno rientra nei disciplinari di numerosi altri vini DOC in Piemonte, Lombardia e Valle d’Aosta.

Vitigno Nebbiolo

Storia

Il vitigno Nebbiolo ha profonde radici storiche in Piemonte, dove è noto già a partire dalla fine del 1200, soprattutto con la sua presenza nell’Astigiano e nelle Langhe. La varietà è citata per la prima volta nel 1268, nei “Documenti sulla Storia del Piemonte” dove risulta coltivata a Rivoli, sulla collina torinese. Nel 1431, il Nebbiolo è citato negli statuti di “La Morra” assieme al Pignolo. Soltanto a partire dal XIX secolo il vitigno è menzionato in numerose occasioni nelle opere dei più famosi ampelografi.

Diffusione

Il vitigno Nebbiolo è diffuso in parte del nord Italia, maggiormente in Piemonte, Lombardia e Valle d’Aosta. La sua coltivazione si estende in Piemonte principalmente nelle Langhe, ma anche nelle aree del Roero, del Monferrato, del Canavese e dell’Astigiano, del Novarese e del Vercellese. Molto importante anche la diffusione della varietà in Lombardia, per la precisione nella Valtellina dove è chiamata Chiavennasca, ed in diverse altre regioni d’Italia, dove la presenza del Nebbiolo assume importanza decisamente minore in termini di prestigio ed unicità. La varietà è presente in piccola parte anche in Umbria, Abruzzo, Basilicata ed in Sardegna.

Il vitigno, salvo eccezioni, non ha una grande diffusione al di fuori del territorio nazionale Italiano.

Il vitigno in sintesi

Categoria Autoctono
Origine Nord Italia, Piemonte
Colore Bacca nera
Superficie vitata in Italia 6000 ha (ettari) circa
Diffusione in Italia Piemonte, Lombardia, Valle d’Aosta, ma anche Umbria, Abruzzo, Basilicata e Sardegna

Registro Nazionale delle Varietà di Vite: Scheda Ampelografica del vitigno Nebbiolo

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V.1.0.22